test kinesologico
Le origini della Kinesiologia Applicata.
Agli inizi degli anni ’60 un chiropratico, George Goodheart, teorizzò una disciplina in grado di valutare la risposta muscolare, al fine di ottenere informazioni sullo stato di equilibrio della persona, tanto a livello fisico, come spirituale; nasce così, la Kinesiologia Applicata.
Il principio di Goodheart è questo: gli squilibri muscolari indicano un disagio non solo fisico della persona, ma anche interiore ed emotivo e la debolezza di alcuni muscoli, più che essere strutturale, rappresenta un’informazione espressa dal corpo.
Individuare e riequilibrare attraverso il trattamento kinesiologico questi squilibri muscolari, trasformando i muscoli deboli in muscoli forti, serve anche a trattare anche il disagio nel suo complesso.
Insoddisfatto dei risultati raggiunti con la chiropratica, Goodheart iniziò a esplorare nuovi ambiti, cominciando a studiare i test muscolari già sviluppati negli anni Quaranta da Henry O. Kendall e Florence P. Kendall per gli sportivi e la teoria dei meridiani energetici derivata dalla medicina tradizionale cinese
I test muscolari hanno dato al fondatore della tecnica lo strumento per individuare i muscoli deboli e i muscoli forti della persona, riscontrando squilibri simili in pazienti che avevano disturbi simili.
Lo studio della medicina tradizionale cinese ha invece permesso a Goodheart di istituire un parallelo tra i disagi a livello muscolare ed eventuali squilibri energetici.
Grazie a questo studio comparato, il terapeuta ha sviluppato il concetto del triangolo muscolo-organo-meridiano, secondo cui uno squilibrio in uno dei tre elementi influenza necessariamente anche gli altri due.
È evidente come la Kinesiologia Applicata sia una disciplina che si nutre di influenze diverse e affascinanti, coinvolgendo vari livelli del benessere della persona; da quello prettamente fisico a quello emotivo.
Medicina Alternativa, Medicina Integrata e la Kinesiologia ?
Hai mai sentito parlare della Medicina Alternativa e cosa cura?
Negli ultimi anni molte persone si sono indirizzate verso la medicina alternativa a scapito di quella classica convenzionale, basata sull’assunzione di farmaci di sintesi: il timore degli effetti collaterali, praticamente inevitabili, derivanti dall’uso di molecole chimiche, ha spinto molte persone alla ricerca di una terapia alternativa, che evitasse l’insorgere di effetti secondari indesiderati.
Tra queste troviamo la Kinesiologia e tutte le sue desinenze per specifica del sistema adoperato per intervenire sul soggetto che chiede un protocollo adatto al suo caso per cercare il benessere psico/fisico.
E la Medicina Integrata, ne hai mai sentito parlare?
La Medicina Integrata è una medicina orientata alla guarigione che tiene conto dell’intera persona, compresi tutti gli aspetti dello stile di vita.
Sottolinea la relazione terapeutica tra professionista e cliente/paziente, che è informato e viene indirizzato a tutte le terapie appropriate.
Secondo il modello della medicina integrata, i medici tradizionali e i medici esperti in medicina complementare collaborano insieme individuando percorsi terapeutici condivisi in patologie ritenute suscettibili di terapia integrata.
La Medicina Integrata è caratterizzata dall’alleanza terapeutica tra biomedicina tradizionale e medicine complementari o alternative secondo i principi dell’approccio interdisciplinare alla cura.
L’utilizzo della medicina ufficiale in maniera integrata con le medicine complementari (agopuntura, omeopatia, fitoterapia, riflessologia, kinesiologia) nella cura di alcune patologie diffuse nella popolazione (patologie respiratorie, gastrointestinali, dermatologiche, allergie, asma, malattie reumatiche, negli esiti di traumi e di ictus, nell’ambito della riabilitazione ortopedica e neurologica, dolore cronico, per contenere gli effetti collaterali della chemioterapia in oncologia e nelle cure palliative).
La Medicina integrata è un buon approccio per molte patologie e permette in alcuni casi la risoluzione dei problemi oppure permette di affrontarli in modo più completo o col ricorso a dosaggi inferiori di farmaci.
Cosa cura la Kinesiologia Applicata
Cosa cura la Kinesiologia Applicata ?
Tra i disturbi curati dalla kinesiologia applicata, vi possono essere, oltre ai dolori muscolari, anche lo stress e l’ansia, le allergie e l’asma, i deficit di attenzione e di memoria, addirittura intolleranze alimentari e disturbi digestivi.
<<Il trattamento kinesiologico dovrebbe in pratica servire come stimolo al corpo per “guarirsi da solo”>>.
Molti disagi possono trarre grandi vantaggi dalla Kinesiologia che presenta nell’ambito delle Terapie Naturali grande spazio all’individuo, alla sua unicità.
Il riequilibrio muscolare e il lavoro osteoarticolare eseguito sul paziente possono dare diversi tipi di benefici.
Tra i disturbi curati dalla kinesiologia applicata, vi possono essere, oltre ai dolori muscolari, anche lo stress e l’ansia, le allergie e l’asma, i deficit di attenzione e di memoria, addirittura intolleranze alimentari e disturbi digestivi.
Ansia e stress
Le condizioni di ansia e stress possono mettere a dura prova
sia la nostra psiche, sia i nostri muscoli.
Lo stress può essere definito come un “fattore a cui l’individuo specifico risulta incapace di adattarsi”: dal punto di vista corporeo, una situazione di stress dovrebbe essere risolta istintivamente con la lotta o la fuga.
Se questo tipo di risoluzione era possibile per i nostri antenati primitivi, non lo è oggi, con le regole sociali cui dobbiamo (fortunatamente) sottostare.
Lo stress, inoltre, nell’era moderna è spesso più mentale che fisico, anche se la risposta dell’organismo a questo tipo di stimolo è invece tutta corporea.
Lo stress e l’ansia non “scaricati” (per esempio attraverso l’attività sportiva) si trasformano in tossine nocive per l’organismo, in tensione muscolare e possibili disagi psichici.
Secondo la kinesiologia applicata, un’azione di riequilibrio muscolare può influire anche sull’aspetto psicologico, riducendo la tensione da stress.
Le condizioni di ansia e stress possono mettere a dura prova sia la nostra psiche, sia i nostri muscoli. Lo stress può essere definito come un “fattore a cui l’individuo specifico risulta incapace di adattarsi”: dal punto di vista corporeo, una situazione di stress dovrebbe essere risolta istintivamente con la lotta o la fuga. Ripeto che se questo tipo di risoluzione era possibile per i nostri antenati primitivi, non lo è oggi, con le regole sociali cui dobbiamo (fortunatamente) sottostare.
Lo stress, inoltre, nell’era moderna è spesso più mentale che fisico, anche se la risposta dell’organismo a questo tipo di stimolo è invece tutta corporea.
Secondo la Kinesiologia Applicata, un’azione di riequilibrio muscolare può influire anche sull’aspetto psicologico, riducendo la tensione da stress.
Il test kinesiologico valuta l’equilibrio muscolare ed emozionale del paziente e da li tracciai un percorso da seguire per raggiungere un obiettivo,affidandosi se necessario alle specifiche cure convenzionali di medicina generale: medici specializzati – psicologi -psicoterapeuti.
Kinesiologia e Sport
La Kinesiologia Applicata/Sistematica inserita nello sport è un validissimo strumento di indagine che ci permette di valutare e capire tutti gli aspetti strutturali, chimici e mentali della nostra salute, utilizzando test muscolari in combinazione con tecniche kinesiologiche diagnostiche.
La Kinesiologia Sistematica è una disciplina non invasiva, dall’approccio olistico, che ha lo scopo di indagare la causa di un sintomo o di un problema di non-benessere, partendo da un’indagine a livello neuromuscolare.
la Kinesiologia Sistemica ti offre la possibilità di dialogare con l’inconscio della persona rendendo conscio ciò che fino ad un attimo prima era ignoto (consapevolezza).
Questo risulta molto utile sia per lo sportivo che per la vita di tutti i giorni, visto che alla fine di ogni bel discorso….il nostro corpo è la nostra F1 anche nello sport e come tale non dobbiamo sempre aggrapparci alla grande dote che il corpo umano è l’unica macchina che si auto-aggiusta, per cui è in grado di rimettersi in ordine (omeostasi) dopo un uso spesso sconsiderato a livello articolare – muscolare (organico), come accade sopratutto nello sport momento della nostra vita dedicato al riequilibrio mentale (stress > sport > ormoni del benessere): Mens Sana in Copore Sano, ma sarà così?
I trattamenti kinesiologici per lo sport che possono essere utilizzati per aggiustamenti specifici, terapie naturali, muscolari, tecniche cranio-sacrali, stimolazione in digito pressioni degli agopunti e dei meridiani, riequlibrio energetico dei chakra, riflessologia plantare e analisi del passo e della postura in statica, trigger point terapy, tecniche di digitopressione, massaggio miofasciale, tecniche riflesse : informazioni importanti per tutto ciò che riguarda l’aspetto l’alimentare e varie tecniche che sono riguardanti l’aspetto emotivo dello sportivo.
In tutto quello che riguarda il triangolo della salute, si mette in evidenza le cause principali che possono essere in grado di sbilanciarci che riguardano problemi di tipo strutturale, chimico ed emotivo, e che possono compromettere la salute del singolo individuo.
“La maggior parte dei problemi di salute, che possano essere di tipo funzionale o cronico, si riferiscono a uno, se non di più, agli elementi caratterizzati dalla triade della salute”.
La Kinesiologia Applicata – Sistematica ci consente di valutarne l’equilibrio funzionale relativo al triangolo della salute e di poterci indirizzare con molta precisione verso i punti dove si evidenzia il non equilibrio.
- Il Kinesiologo assolutamente consapevole dell’importanza della ormai citata triade della salute, valuterà ogni cliente secondo ogni elemento, in modo da poter mettere in evidenza la possibile causa relativa alla sintomatologia riportata dal cliente stesso.
- Durante la valutazione di tutto quello che è la parte strutturale della salute di un soggetto, noi stiamo analizzando la funzionalità dello del sistema scheletrico, la parte riguardante le articolazioni, quella muscolare, di tendini e legamenti, e molto altro.
-
La totalità delle funzioni del nostro corpo, deve essere vista come un sistema che agisce come se fosse un’unica complessa unità funzionale.
“Non dovresti curare gli occhi senza curare la testa o la testa senza curare il corpo. Così anche non dovresti curare il corpo senza curare l’anima. Questo è il motivo per cui la cura di molte malattie è sconosciuta ai medici, perché sono ignoranti nei confronti del TUTTO che anch’esso dovrebbe essere studiato, dal momento che una parte specifica del corpo non potrà star bene a meno che non stia bene il TUTTO.” (Carmide, 156 e segg.)
PLATONE (428-348 A.C.)
Alessandro – mi presento
Eccomi qua a raccontare un pochino della mia vita, delle mie passioni e di quei bivi che ho lasciato dietro di me in quel tragitto che a oggi mi ha condotto alla mia professione e personalità.
Il ricordo dei tunnel bui, delle strade diritti senza una fine, delle persone che ho incontrato, di tutto quello che è il percorso di chi ha scelto di fare il viandante alla ricerca delle risposte che tutti i libri che ho letto non mi hanno saputo dare.
Alessandro, affetto da dislessia DSA (I Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono disturbi del neuro-sviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente e che si manifestano con l’inizio della scolarizzazione. I disturbi che rientrano in questa categoria diagnostica sono quattro: la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia) ha trovato oltre le parole le giuste mappe da seguire, nel tempo ho scoperto che quelle che erano sensazioni sono poi leggi che sono ben descritte nei sacri testi di medicina cinese di quell’arte antica dove l’ascolto senza i preconcetti era la ricerca e la strada da seguire per aiutare le persone nel loro cammino verso la salute fisica e mentale.
DSA e daltonismo sono stati e sono i miei spiriti guida, quelli che mi parlano e raccontano storie non comuni di chi non potendo comprendere tutte le frasi e le parole nel loro profondo contenuto ha fatto del verbo il suo amico senza nome e del daltonismo quel gioco di ombre e luci che fanno dei mille colori una sola ombra.
Mai dimenticherò la sofferenza del bambino che studiava e non riusciva a prendere il 6 politico, non dimenticherò mai la sofferenza e la vergogna di vedersi bocciare per quello che gli altri imparavano e per me era impossibile ricordare.
Umiliazione ed emarginazione, a quei tempi una maledizione, ma nel tempo ho scoperto esser la mia fortuna, quella che oggi mi ha fatto capire quanto le parole e le frasi siano limitate e quanto descrivano tutto e niente, dipende da chi se le mette sulle labbra e da quelle labbra cosa poi riesce a farne amore e rispetto per chi cerca pace e serenità.
In questa ricerca interiore tra sogni e realtà arrivo alla professione di Operatore del Benessere specializzato in Discipline Bio Naturali – Medicina Tradizionale Cinese.
Il ricordo dei tunnel bui attraversati senza luci, delle strade percorso senza una meta precisa e nel cercare di non perdermi, di tutti i viaggiatori come me che ho incontrato e alcuni di essi oggi sono nel mio cuore con grande stima e amore, tutto sempre e solo in una direzione di marcia: la ricerca del PERCHE’?
“La cattiva notizia è che il tempo vola. La buona notizia è che sei il pilota”. (Michael Althsuler)
Il tempo passa e riprogrammare i propri sogni diventa abitudine, rimettersi in gioco ogni giorno diventa normalità.
Ve lo ricordate Willy il Coyote?
Quell’impavido fumetto che ne passava di tutti i colori,
esplodeva a ogni sua avventura correndo dietro a Bee Beep?
Da bruciato per ogni suo imprevisto e quando tutti avrebbero mollato, si presentava dopo pochi secondi pronto al “via” per l’ennesima sfida: petto gonfio, il chakra del cuore pronto a battere al massimo per correre qualche volta in gruppo ma di solito solo verso la felicità.
Mi vesto tutt’oggi da Willy il Coyote, lui è diventato il mio simbolo in questa vita che vita sin da bambino tornando a casa con la pagella in mano, il grembiule con quel fiocco azzurro stropicciato da chi amava tirare i fiocchi altrui e già li si distingueva come persona senza empatia, doveva giustificare tutte quelle sue insufficienze in quelle materie letterarie che per lui erano una lingua quasi incomprensibile per cui impossibile da memorizzare e la scuola premia chi ripete tutto a memoria, non chi fa delle parole quello che poi sarà la sua personale storia.
Applicarsi, concentrarsi, cercare di memorizzare quello che nel tuo cervello non torva mai l’ordine comune che tutti facilmente hanno nella parte razionale del cervello e per te è che piano piano per sopravvivere ti affidi sempre di più alla parte irrazionale degli emisferi, quella destra, facendola diventare la tua razionalità: l’arte, l’immaginazione, i sogni, la visualizzazione, il linguaggio universale delle vibrazioni quelle che i tuoi grandi maestri e amici di cammino ti hanno insegnato ad ascoltare.
Nasci affetto da DSA e se vuoi affermarti nella vita devi faticare tanto per memorizzare quello che gli altri hanno di natura, d’altronde tu sei diverso da loro, così il gioco delle associazioni diventa normalità e in questa normalità scopri che esiste un’altra realtà.
Il tempo passa veloce e in questa vita che oggi segna il numero “60” sento ancora forte nel chakra del mio cuore la voglia di rimettermi in gioco e affrontare ogni sfida con quella mente del bambino che gioca a nascondino con le sue paure e fa della sensibilità e dei ricordi la sua arma migliore per trovare una possibile soluzione alternativa alla facile normalità che per me non lo sarà mai soffrendo di DSA.
“La ricerca della verità è più preziosa uno sprovveduto che non lo sa e la inventa.
La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché”. (Albert Einstein).
Ho raggirato le parole imparando dagli animali il linguaggio del corpo che non tradisce mai, ho fatto del movimento corporeo l’arte delle sensazioni e dei compromessi con le emozioni che sono alla base di tutto quello che non si potrà mai misurare essendo come l’amore: la forza più grande a disposizione dell’essere umano e che ahimè coltiviamo con il materialismo del tutto e subito e sopratutto con il finto altruismo.
>> 2023 <<
In questo 2023 si guarda allo sviluppo in associazione della mia amata Riflessologia Plantare e di quelle Tecniche Riflesse che aiutano a stimolare il nostro sistema organico ed energetico alla studio della Kinesiologia Applica e Funzionale, per unire le mie amate sensazioni a quello che è la ricerca nella Medicina Alternativa di sistemi che possano esser uniti alla Medicina Convenzionale.
Dopo questa mia presentazione, penso che alla fine ogni pezzo di carta (così li definisco io gli attestati di studio che premiano un percorso di crescita comune) sia solo quel quadretto che poi appendi nel muro del tuo studio, ma la differenza la fa il muro e la stanza cioè quello che esiste e se non ci fosse non potresti mai appendere il tuo attestato, ma la cosa più logica se logica sta corretta come definizione: tu sei nell’Universo che è la tua stanza e il muro sono le barriere che tu crei per dividere i tuoi sogni, ma se guardi oltre e non hai paura del vuoto che ti circonda capirai che nel vuoto c’e’ il pieno della vita: le vibrazioni e quel linguaggio uguale per tutti d’amore e felicità.
Video – spiegazioni della Kinesiologia Applicata
Oggi più che mai tutto è alla portata di tutti, forse per questo che oggi la confusione è diventata il TUTTO di TUTTI I GIORNI, sopratutto per chi cerca risposte e non pone le giuste domande, visto che queste sono il dubbio che ha.
Questo giro di parole per farvi capire che rendersi conto di quello che sia veramente reale e utile per noi nel mercato del “so tutto io e ho il prodotto migliore fatto a misure per te” oggi è normalità.
Voglio riportarvi uno dei video che ritengo molto utile e chiaro per chi vuole comprendere cos’e’ la Kinesiologia Applicata e Sistemica.
Non aggiungo altro se non buona visione e aprite la mente a questa nuova prospettiva di scelta per capire che spesso un trauma o un problema che ascoltate e non riuscite a far tacere, non è localizzato dove sentite il dolore ma spesso proviene da più lontano in quel corpo che tanto vicino a voi, ma per voi è anni luce dalla vostra comprensione / auto ascolto e consapevolezza.
Il SAPIENS (razionalità – calcolo – emisfero sinistro) che ci governa ci ha portato a perdere quella parte animale che è la nostra vera origine e la nostra saggia guida per la salute fisica e mentale.
Buona visione del video del Dott. Robert Morrison, un’eccellenza del nostro settore.
>> Clicca sull’immagine per andare alla pagina del video su Youtube <<
Test Kinesiologico
Il Test Muscolare Kinesiologico (o Test Kinesiologico) è lo strumento fondamentale a disposizione del Kinesiologo per poter ‘dialogare’ con il corpo, con lo scopo di evidenziare le aree in stress e il modo di intervento migliore per riportare l’equilibrio in queste aree.
Cos’e’ il test kinesiologico?
Il Test Muscolare Kinesiologico (o Test Kinesiologico) è lo strumento fondamentale a disposizione del Kinesiologo per poter ‘dialogare’ con il corpo, con lo scopo di evidenziare le aree in stress e il modo di intervento migliore per riportare l’equilibrio in queste aree.
Parte dal test muscolare, ma non ha lo stesso scopo.
- Il test muscolare ha l’obiettivo di determinare la maggiore o minore forza di un muscolo: si esercita una leggera pressione su un arto del paziente, per esempio, e gli si chiede di contrastarla.In questo modo si individuano i muscoli deboli e quelli forti.
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Il test kinesiologico, in tutto simile, punta a determinare invece la capacità del sistema nervoso del paziente di controllare l’azione muscolare e di offrire, alla pressione del terapeuta, una risposta muscolare stabile o non stabile.
Si individua in questo modo un eventuale squilibrio.
- Se il muscolo si adatta normalmente alla pressione, nel linguaggio della Kinesiologia si dice che è ‘forte’ o ‘carico’.
- Se il muscolo non riesce ad adattarsi a questa pressione e viene portato in allungamento, questo stato si definisce ‘debole’ o ‘scarico’. Il muscolo in squilibrio può anche essere ‘iperfacilitato’ (troppo ‘carico’), in questo caso il test mostra il muscolo ‘forte’, ma la Kinesiologia ha tanti metodi per verificare se è in stato di ‘iperfacilitazione’ oppure se è normale.
Da cosa deriva questa mancata capacità di adattamento?
Se la persona sta sperimentando stress (fisico, emotivo, chimico, ecc..) il Sistema Nervoso sarà in uno stato alterato e questo potrebbe disturbare specifici circuiti neurologici legati all’ambito somatico (muscoli) interferendo con il normale funzionamento di adattamento muscolare. E’ compito del Kinesiologo capire quali sono le cause di disturbo che interferiscono con la normale risposta al test.
Le cause di squilibrio muscolare sono diverse e possono essere presenti in concomitanza ad altre cause. L’immagine mostra relazioni di causa-effetto che possono creare muscoli in squilibrio che, a loro volta, possono portare ad altri disagi.
Il Test Kinesiologico è un ottimo strumento di indagine per evidenziare aree in stress a causa di problemi funzionali reversibili, ma non deve essere assolutamente utilizzato come strumento di diagnosi medica: quello che viene valutato con il test è la presenza di stress del circuito muscolare che si sta testando.
“La buona riuscita del test dipende soprattutto dalla preparazione e dalla competenza dell’operatore“.
Cos’è il Kinesio Taping
Il Kinesio Taping è un cerotto elastico in cotone, cui si ricorre per esempio in caso di piccoli edemi ed ematomi sottocutanei, tendiniti, artrosi cervicali, ma anche per alleviare il dolore da contratture e tensioni muscolari.
“Kinesio Taping“ è una tecnica basata sui processi
di guarigione naturale del corpo.
I muscoli non sono solo legati ai movimenti del corpo, ma anche al controllo della circolazione dei liquidi venosi e linfatici, della temperatura corporea ecc.
Quindi il funzionamento non appropriato dei muscoli induce differenti tipologie di sintomi.
La tecnica Kinesio Taping si basa su un concetto terapeutico che, adottando i principi della scienza Kinesiologica, agevola liberi movimenti al fine di permettere al sistema muscolare di aiutare il corpo ad auto guarirsi biomeccanicamente.
La filosofia di questo metodo è in perfetta sintonia con l’idea che una “funzione costituisce l’organo”.
Il nostro corpo mostra queste caratteristiche che noi conosciamo poiché:
• Si sta muovendo in un’area gravitazionale che è soggetta alle leggi biofisiche;
• Interagisce con l’ambiente esterno attraverso le funzioni controllate rigidamente dai meccanismi neurofisiologici;
• Mantiene un equilibrio interno (omeostasi) attraverso la funzione di autoregolazione e autorimodellamento presente nel codice genetico dell’essere umano.
La tecnica “Kinesio Taping” si basa sulle naturali capacità di guarigione del corpo, stimolate dall’attivazione del sistema “neuro-muscolare” e “neuro-sensoriale”.
Il metodo scaturisce dalla scienza della chinesiologia e dalla kinesiologia.
Si tratta di una tecnica correttiva meccanica e/o sensoriale che favorisce una migliore circolazione sanguigna e linfatica nell’area da trattare.
L’uso del “Kinesio Taping” offre all’operatore medico sportivo e fisioterapista un approccio nuovo e innovativo, alla radice di ogni patologia.
“Kinesio taping” è un nuovo approccio alla cura di muscoli, nervi e organi nelle situazioni post-traumatiche, in fisioterapia o semplicemente per migliorare il rendimento sportivo.
Ai muscoli viene attribuito non solo il movimento del corpo ma anche il controllo della circolazione venosa e linfatica e della temperatura corporea. Di conseguenza se i muscoli sono danneggiati o traumatizzati si avranno vari tipi di sintomi.
Trattando i muscoli con un nastro elastico, che permette il pieno movimento muscolare e articolare, si attivano le difese corporee e si aumenta la capacità di guarigione di nervi, muscoli e organi.
Cosa contiene il cerotto taping?
È resistente all’acqua e non contiene alcun farmaco, ha soltanto un’azione meccanica.
Il “Kinesio Tape” raramente provoca irritazioni cutanee
poiché non contiene lattice e la sua speciale struttura ondulata aerata permette la traspirazione.
Quanto tempo si può tenere il taping?
Come si togliere il kinesio taping?
Il nastro “Kinesio Taping” originale, posizionato sul muscolo da trattare, con il suo 40% di elasticità permette il completo movimento della parte.
Inoltre il suo adesivo, che viene attivato dal calore corporeo, fa si che il nastro rimanga in loco per 3 o 4 giorni.
Riflessologia Plantare e Kinesiologia Applicata
Non posso altro che affermare che tra le Discipline Bio Naturali, la Riflessologia Plantare sia un ottimo sistema di valutazione oltre che di stimolazione per la ricerca del riequilibrio organico e mentale.
In riporto dal mio sito dedicato alla Riflessologia Plantare e alle Tecniche Riflesse (www.ilriflessologo.it) vi riporto alcune F.A.Q. >> Frequently Asked Questions.
SCOPO DEI TRATTAMENTI
- miglioramento del benessere psico/fisico – psicosomatica (rilassamento)
- prevenzione del mal di schiena (trattamento antalgico)
- cervicalgia e rigidità del collo
- rigidità muscolare generale (contratture)
- dolori intrarticolari (blocchi piccole e grandi articolazioni)
- miglioramento della circolazione linfatica e capillare (drenaggio – capilarizzazione)
- equlibrio nella deambulazione (postura)
- propiocezione dei piedi (sensibilità – sportivi)
Cos’è esattamente la Riflessologia Plantare, come si pratica, chi la pratica?
I primi cenni di Riflessologia risalgono a 5000 anni fa nelle zone di Cina e India.
Con tutta calma è arrivata anche al mondo occidentale (1872…!!!) con il medico statunitense Dott.W.H.Fitzgerald padre assoluto della riflessologia moderna.
Credo che a oggi, in qualsiasi parte del mondo vi troviate ci sarà sempre un centro benessere pronto a massaggiarvi i piedi dandovi un incredibile senso di benessere fisico e mentale.
Non avete idea di quanti e quanti disturbi si risolvano !!
Attenzione ho detto “disturbi” non “malattie” !
La medicina ufficiale guai se non ci fosse !
Certo è che se ci si può aiutare con dei metodi “naturali” allora, ben vengano.
A cosa serve la Riflessologia Plantare?
È una tecnica d’intervento manuale che consente alla persona di ritrovare l’equilibrio psico fisico generale, restituendogli la naturale armonia di funzionamento propria di ogni essere umano tra gli organi, i sistemi corporei e l’atteggiamento mentale.
Può essere usata come metodo d’indagine energetica e per prevenire e risolvere molti tipi di disturbi.
Stimolerebbe la naturale auto guarigione del corpo stesso, non fermandosi solo alla soppressione dei sintomi, ma riportando l’intero organismo a uno stato di equilibrio ed armonia; per ottenere ciò occorre la partecipazione attiva della persona interessata che dovrà diventare consapevole del suo stile di vita e porre dei cambiamenti dove necessita.
Riduce lo stress e la tensione, migliora il flusso sanguino e facilita lo sbloccarsi degli impulsi nervosi, aiuta la natura a normalizzarsi: il 75% delle malattie sono da attribuire allo stress e alla tensione ( contratture muscolari – triger point – punti riflessi – lombalgie – blocchi articolari – problemi cardio vascolari – disordini – cefalee, ect. ) .
Il corpo umano funziona sostanzialmente attraverso meccanismi elettrochimici e campi bio elettromagnetici ed è da questi che si può agire attraverso il massaggio podalico.
👉🏽 AIUTA LA NATURA A NORMALIZZARSI: ghiandole o organi iper attivi possono tornare alla normalità’.
Al contrario se un organo o una ghiandola sono ipo attivi, la riflessologia può’ servire a farli tornare al loro normale livello di funzionamento.
Ma è vero che fa male?
Questo è un mito da sfatare, assolutamente NO!!
Ci saranno delle zone che alla digito pressione risulteranno più dolorose, ma una volta individuate, quel dolore viene allentato massaggiandolo dolcemente.
Se poi la digito pressione è eccessiva, è bene ricordare che la digito pressione va finalizzata allo scioglimento del dolore stesso.
Tutto sta nel provare, essendo una tecnica manuale, mille parole non ne descrivono dignitosamente i benefici.
Cosa si intende per riflesso?
Il riflesso è una risposta involontaria ad uno stimolo.
La zona riflessa si intende un punto della superficie corporea su cui si proietterebbe un determinato organo collocato anatomicamente, lontano da tale punto.
La riflessologia opera sulla persona nella sua interezza allo scopo di farle raggiungere uno stato d’equilibrio e armonia.
L’obiettivo è il raggiungimento di un migliore stato di omeostasi del benessere.
È una tecnica basata sulla pressione di specifici punti riflessogeni del piede, della faccia e delle mani che si fonda sulla premessa che tali zone riflessogene hanno delle corrispondenze in tutte le parti del corpo.
Ogni parte del corpo è predisposta a un interessamento riflessologico poiché il corpo è proiettato su ogni parte periferica in modo tale che la sua situazione generale, centrale e periferica, possa essere sempre integrata e ascoltata da tutto il corpo.
Una delle spiegazioni del funzionamento della riflessologia è legato ai riflessi neurologici dei nervi rachidei, che escono dal midollo spinale e si collegano al sistema nervoso periferico.
In pratica se un organo è sofferente si produce una stimolazione nervosa che si trasmette al midollo spinale e da questo giunge a regioni cutanee ben definite (zone riflesse) provocando una sensibilità cutanea o muscolare.
Lo stesso meccanismo agisce nell’’altro senso: una tensione muscolare o una lesione traumatica periferica possono influenzare l’organo corrispondente.
La tecnica del massaggio riflessogeno (anche in realtà non è un vero massaggio) si effettua attraverso una serie di piccole stimolazione ravvicinate esercitate principalmente con il polpastrello del pollice che procede sulla zona da trattare con un movimento “a lombrico o altre tecniche”.
Questo movimento trasmette impulsi alle zone nervose mettendosi in sintonia con i ritmi naturali del corpo.
Tutte le seguenti “zone riflesse” si lavorano in manualità di STIMOLAZIONE a meno che non facciano eccessivamente male alla digito pressione, solo in quel caso si lavorano in manualità di SEDAZIONE.
IL RIFLESSOLOGO PLANTARE, OPERA SEMPRE PER IL BENESSERE DELLA PERSONA
MA NON È UN MEDICO, QUINDI NON PRESCRIVE E NON DIAGNOSTICA,
SI PROPONE SOLTANTO DI RIEQUILIBRARE L’ORGANISMO NELLA SUA TOTALITÀ.
Parliamo un po’ dei piedi.
I PIEDI sono composti da : 26 ossa – 107 legamenti – 19 muscoli – sorreggono e mantengono in equilibrio tutto il resto del corpo.
Nei piedi, come in ogni altro segmento omogeneo del corpo, vi sono riflessi collegati ad ogni parte del corpo stesso che, nel loro insieme, riflettono tutto l’organismo sul piano fisico e la persona sul piano psichico.
I nostri piedi sentono, comunicano e ci avvertono costantemente di quanto sta succedendo nel nostro corpo.
Sono zone sensibili, dove risulta relativamente facile individuare qualsiasi squilibrio organico, permettendo cosi che la vita si sviluppi in maniera adeguata.
👉🏽 La Riflessologia Plantare stabilisce un contatto molto stretto tra i piedi della persona e le mani di chi opera.
Il contatto fisico e mentale diventa comunicazione e assume importanza per recuperare l’armonia fisica e psichica dell’organismo.
Le mani dell’operatore, delicate e sensibili, possono percepire lo stato psicofisico del paziente.
I piedi della persona hanno così la possibilità di parlare alle nostre mani.
Quali sono in benefici della Riflessologia Plantare?
La Riflessologia Plantare è un metodo semplice, efficace e naturale che aiuta le persone a restare in uno stato ottimo di salute.
- RECUPERA l’armonia fisica e psichica dell’organismo.
- STIMOLA al massimo le difese immunitarie dell’organismo.
- HA UN ALTO POTERE di rigenerazione delle cellule in virtù della sua azione rivitalizzante del Sistema Ghiandolare.
- DA MAGGIORE VIGORE a tutto il corpo e migliora l’aspetto fisico delle persone.
- AGISCE come mezzo di eliminazione delle tossine, migliorando lo stato della pelle e del tono muscolare.
- MIGLIORA la circolazione e ossigenazione sanguigna favorendo una migliore respirazione.
- È INDICATO per tutte le età incluso bambini e anziani.
👉🏽 Se dovesse dare una % di persone che ha trattato e ne hanno ricevuto beneficio cosa ci direbbe?
Il 95% delle persone trattate con la Riflessologia Plantare reagiscono molto bene al massaggio riflessogeno, solo in alcuni casi, le aspettative non sono soddisfacenti, a causa dell’eccessivo stress e della mancanza d’energia nell’organismo.
👉🏽 Quanto dura un trattamento e quante sedute sono necessarie per un beneficio ottimale?
Tutto dipende dallo stato di salute del cliente e dalle risposte che ha dopo ogni trattamento.
Da parte mia inserisco la Riflessologia come un complemento a una valutazione Posturale, spesso viene inserita come percorso in sinergia a quello della medicina convenzionale.
I benefici sono sempre immediati, cioè il benessere e’ un forte segnale che concretizza la realtà del percorso che si vuole intraprendere e darne sicurezza per chi si affida a noi.
La sensibilità e l’esperienza dell’operatore è fondamentale, non aggiungo altro.
Il resto dipende da soggetto a soggetto, siamo in continua evoluzione nel bene e nel male, per questo direi che è un “percorso di crescita “.
In media 3-4 sedute, con un frequenza di 1 massimo due volte alla settimana danno ottimi miglioramenti nella maggior parte delle situazioni.
Essendo un Operatore Olistico, abbino sempre altri consigli per completare lo stile di vita del singolo soggetto verso quel percorso fondamentale definito come benessere/psicofisico.
Ginnastica posturale, stretching e tecniche di respirazione per imparare a gestire lo stato emozionale.
Siamo una macchina molto complessa e ne va’ considerato ogni aspetto per quanto ciò è possibile fare da soli, ogni giorno: stile di vita.
Trigger Point Terapy
Per prima cosa cerchiamo di capire cosa sono le “terapie naturali” di cui fanno parte i trattamenti sia di Riflessologia Olistica (plantare – facciale – mano) e appunto anche la Trigger Point Therapy.
- Con terapie naturali ci si riferisce a quelle tecniche, discipline e pratiche che non fanno riferimento alla medicina tradizionale: cure complementari.
- Molte di esse hanno origini millenarie e considerano l’uomo come un tutt’uno di corpo e mente.
Quali sono le cure complementari?
Sono cure che vanno oltre la malattia preferendo un approccio mirato sulla persona, dove la salute è intesa anche come rapporto che la persona ha con sé stessa.
Sono parte delle cure complementari le discipline olistiche come la riflessologia. le tecniche riflesse, la digitopressione, l’aroma terapia, il massaggio ayurvedico e molte altre come la trigger point therapy.
Le terapie naturali hanno un’azione preventiva e si basano sui rimedi naturali.
La definizione di trigger point è stata coniata nel 1943 dalla dottoressa Janet Travell, la quale definiva con questo termine le masse o i noduli dolorosi percepiti all’interno di bande tese del muscolo.
Non e’ del tutto chiara la causa che determina la formazione di un trigger point, ma gli elementi e le condizioni che possono attivarlo sono: sovraccarico, postura scorretta e prolungata nel tempo, trauma, affaticamento muscolare, contrazioni improvvise o prolungate nel tempo.
Una parziale definizione sintetica del trigger point.
- Area localizzata estremamente irritabile e dolorosa in un nodulo in un fascio teso di tessuto muscolare.
- I trigger points sono dei punti localizzati nel muscolo la cui palpazione evoca un dolore pungente e fastidioso.
Dove si verificano/trovano i trigger points?
Trigger points e nodi muscolari possono verificarsi in qualsiasi parte del corpo.
Ovunque ci sia tessuto muscolare, può esserci una piccola area di tensione dei tessuti. Questo potrebbe essere un punto di attivazione.
Le aree nel corpo in cui si trovano più comunemente i trigger points possono includere:
• I muscoli trapezi superiori su entrambi i lati del collo appena sopra le spalle
• del lembo quadrangolare della parte bassa della schiena
• posteriori della coscia
• I muscoli del polpaccio
• Lungo la banda iliotibiale
I trigger points sono quindi delle zone di muscolatura o fascia dense e che spesso provocano dolore alla palpazione, sono dei punti che tendono verso una condizione di continua contrazione patologica.
Il dolore, molto acuto e fastidioso, solitamente si focalizza in un punto, detto appunto trigger, ma può coinvolgere zone limitrofe, precise per ogni muscolo, come dolore riferito.
“I trigger points sembrano piccole biglie o nodi appena sotto la pelle”.
Ricordo che il corpo umano è formato da 400/600 muscoli (dipende dagli autori).
I trigger points o “nodi” muscolari sono punti sensibili nei tessuti molli e quando si presentano in numero elevato si definisce “sindrome del dolore miofasciale“.
Che cos’è una fascia?
La fascia è il nostro tessuto connettivo, circonda tutti i nostri muscoli, ossa, nervi, organi, articolazioni
e collega e sostiene tutto il contenuto del nostro corpo. Si tratta di un sistema fluido tensionale.
Quando si preme sui trigger points, molte persone non sentono dolore o fastidio.
A volte diventano molto sensibili e alcune persone sentono dolore importante nelle aree in cui hanno i trigger points.
Non è del tutto chiara la causa che determina la formazione di un trigger point, ma gli elementi e le condizioni che possono attivarlo sono: sovraccarico, postura scorretta e prolungata nel tempo, trauma, affaticamento muscolare, contrazioni improvvise o prolungate nel tempo.
Nel particolare – anatomia – scienza.
Il punto trigger è un nodo in una fibra muscolare costituito da un insieme di sarcomeri in stato di massima e continua contrazione patologica.
Il sarcomero è l’unità strutturale e funzionale della miofibrilla, vale a dire la più piccola unità del muscolo in grado di contrarsi. All’interno della singola miofibrilla i vari sarcomeri si susseguono uno dopo l’altro, come a formare un’alta pila di cilindri.
Il sarcomero rappresenta l’unità funzionale del tessuto muscolare striato.
In tali circostanze, infatti, l’aumento della permeabilità dei capillari e la conseguente stasi, provoca un circolo vizioso d’infiltrazione leucocitaria (chemiotassi verso la sede del danno), infiammazione, edema, ischemia, eccitazione delle terminazioni nervose e invio di segnali di dolore al sistema nervoso centrale.
Il trigger point assume, inoltre, la peculiarità di una condizione d’iperalgesia (aumento della risposta dolorosa) superficiale e profonda in aree sia limitrofe che lontane dalla sua sede.
Come si attivano i trigger points?
Il dolore viene provocato dall’accumulo dei rifiuti chimici tossici non rimossi, prodotti dal metabolismo anaerobico (acido lattico, ioni calcio, etc…) e dalla liberazione di sostanze vasoattive che irritano le terminazioni nervose coinvolte, dando inizio a un micro nucleo infiammatorio responsabile, appunto, del dolore.
Il trigger point assume, inoltre, la peculiarità di una condizione di iperalgesia cioe’ l’aumento della risposta dolorosa superficiale e profonda in aree sia limitrofe che lontane dalla sua sede.
Un trigger point può essere attivato da: eccessiva massa muscolare, stress, trauma o infortunio, mancato o errato stretching.
I trigger point mantengono in tensione e limitano il movimento del muscolo di appartenenza e possono essere attivi o latenti.
Un trigger point può essere descritto come un punto in un muscolo che fa riferimento a una sensazione, che si tratti di dolore o debolezza, in un’altra area del corpo.
Ad esempio, un trigger point nel muscolo della scapola può essere la causa di qualche problema nel lato della testa, dietro l’orecchio.
È attivo un trigger la cui digitopressione riproduce nella zona di referenza del trigger point stesso esattamente il dolore di cui il paziente soffre, cioè un dolore riferito, a cui si associa la disfunzione del muscolo in cui il trigger è presente.
Il trigger point latente, invece, causa solo la disfunzione indolore nel muscolo colpito e può rimanere, in questo stato, silente per anni ed essere improvvisamente riattivato da traumi, da sovraccarico eccessivo, da stiramento muscolare acuto, da squilibri posturali e da tante altre cause.
I trigger point sono molto comuni e possono verificarsi all’interno di qualsiasi muscolo del corpo.
I pazienti che hanno trigger point spesso riferiscono un dolore persistente che si traduce in una diminuzione della gamma di movimento di quel muscolo.
I muscoli più comuni colpiti sono nella zona della testa e del collo, che può portare allo sviluppo di altri sintomi come mal di testa, dolore alla mandibola, ronzio nell’orecchio e dolore agli occhi.
Dove si trovano i trigger points?
I nodi muscolari si possono trovare in qualsiasi parte del corpo.
Ovunque ci sia tessuto muscolare, può esserci una piccola area di tensione dei tessuti. Le aree nel corpo in cui si trovano più comunemente i trigger point possono essere:
• Il muscolo trapezio su entrambi i lati del collo che causa problematiche di dolore cervicale, cervicobrachialgie ed emicrania.
• Il muscolo sternocleidomastoideo che causa mal di testa e torcicollo.
• Il muscolo quadrato dei lombi della parte bassa della schiena che causa problematiche di lombalgia.
• I muscoli ischiocrurali (posteriori della coscia).
• I muscoli del polpaccio.
• Il muscolo piriforme che appartiene alla regione glutea che causa false sciatalgie e sindrome del piriforme.
Cosa sono i trigger in psicologia?
Esiste molte volte una netta correlazione tra la parte psicologia e il trigger point: uno stimolo nella zona dolente del soggetto lo riporta a una precedente esperienza traumatica.
Un trauma altresì crea un blocco persistente, il concetto di Mens Sana in Corpore Sano non va mai sottovalutato nei due sensi, dicasi: trauma >….blocco > emozioni > stato psicologico del soggetto attuale.
Ricordo che in greco antico, trauma significa «ferita» e, parlando in termini psicologici, si tratta di una lacerazione della psiche, per questo un trauma fisico (tangibile – materiale) ha una netta correlazione con una ferita nella psiche.
Levando questo trigger point si interagisce di riflesso sulla psiche: non serve aggiungere altro.
L’esperienza quotidiana insegna.
L’esperienza clinica quotidiana di medici e terapisti ha dimostrato che la sintomatologia dolorosa è frequentemente da imputare ai trigger point, i quali possono essere facilmente “disattivati” mediante il “blocco dei trigger point” (vedi per esempio la riflessologia e le tecniche riflesse).
Il blocco dei trigger point diminuisce la pressione nella fascia fibrosa del tessuto connettivo che riveste completamente i muscoli di tutto il corpo, agendo nel rispetto della fisiologia.
Agire sui trigger points vuol dire andare ad operare sulla causa dei problemi per prevenire maggiori rischi in merito alla salute globale dell’individuo, per lo sportivo sicuramente se ne ha un ottimo beneficio sulla sua perfomance atletica.
L’utilizzo di queste innovative tecniche aiuta certamente a prevenire i danni di un allenamento inadeguato, se unito ad una rigorosa conoscenza anatomo-fisiologica del corpo umano interpretato secondo i principi della tensegrità.
In definitiva:
- La Trigger Point Therapy utilizza questa tecnica per diminuire la pressione nella fascia fibrosa del tessuto connettivo che riveste completamente i muscoli di tutto il corpo.
- Tale terapia tiene conto del principio della tensegrità e agisce nel rispetto della fisiologia, operando sulla causa dei problemi, per prevenire rischi e raggiungere le migliori performance.
- L’utilizzo di queste innovative tecniche terapeutiche aiuta certamente a prevenire i danni di uno stile di vita inadeguato a qualsiasi età, se unito ad una rigorosa conoscenza anatomo-fisiologica del corpo umano interpretato secondo i principi della tensegrità.
Queste tecniche possono risultare dolorose?
Detto ciò è bene ricordare che il principio base di tutte queste tecniche è che il dolore provocato durante il trattamento rimanga sempre nei limiti della tollerabilità del paziente, e idealmente sia avvertito come un “male che fa bene”.
Generalmente più l’applicazione di queste tecniche è precisa sui trigger point minore sarà la forza da esercitare da parte del operatore tecnico del benessere.
Prima di ogni trattamento è raccomandabile escludere eventuali controindicazioni e informare il paziente sui possibili effetti del trattamento.
• La compressione dei trigger point può essere combinata con l’allungamento o l’accorciamento, attivo o passivo, del muscolo.
• Compressione locale di un trigger point
• Stretching manuale locale esercitato lungo la bandelletta tesa, nella zona dove sono localizzati alcuni trigger point e nella zona circostante
• Release fasciale manuale su un’area ampia attorno al trigger point
• Release manuale dei tessuti connettivi e della fascia tra due muscoli (mobilizzazione inter-muscolare).
Esistono diverse tipologie di Trigger Points, con delle caratteristiche proprie e diverse tra loro:
• I primari (o centrali) sono quelli più classici, situati al centro del ventre muscolare e in genere sono quelli che i pazienti riconoscono e riportano più facilmente
• I secondari (o satelliti) si creano nei muscoli intorno a quello primario, che rimane il primo da trattare
• I trigger point nei punti di attacco sono quelli presenti nei punti tendinei
• trigger pointdiffusi interessano un’intera parte del corpo e sono correlati a deformità posturali come la scoliosi o l’iperlordosi
• I trigger pointattivi, primari o secondari evocano dolori riferiti e risultano dolenti alla palpazione
• Trigger point latenti (o inattivi) infine non danno dolore riferito e non sono dolenti, ma provocano rigidità muscolare e possono riattivarsi in seguito a stimolazioni
Cause
• Un infortunio recente o lontano nel tempo
• Mancanza di esercizio
• Cattiva postura per lunghi periodi di tempo
• Carenze vitaminiche
• Disturbi del sonno
• Attività lavorative o ricreative che causano stress ripetitivo
Esistono molti modi per gestire i trigger points, tra cui:
- Kinesiologia
- Riflessologia
- Tecniche Riflesse
- Digitopressione
- Agopuntura
- Terapia manuale (come la cura chiropratica)
- Massaggio miofasciale e connettivale
- Modalità non invasive come ultrasuoni, laser o stimolazione elettrica (ad esempio, una macchina
- TENS, che invia piccoli impulsi elettrici attraverso la pelle per modificare il modo in cui i segnali del dolore vengono inviati al cervello)
- Iniezioni di steroidi (che consentono ai medici di agire direttamente sul sito della lesione per ridurre l’infiammazione).
“La salute non si definisce come semplice assenza di malattia, bensì come stato di completo benessere fisico, psichico e sociale.”
(Organizzazione Mondiale della Sanità)
Chinesiologia e Kinesiologia Applicata
Qual’e’ la differenza?
Prima di tutto, non ci dobbiamo confondere:
Chinesiologia e Kinesiologia Applicata sono due cose diverse.
Col nome di kinesiologia si intende lo studio scientifico del movimento corporeo, dal greco “kinesis”, movimento e “logos”, studio. Il termine fu coniato per la prima volta da Carl August Georgii a metà dell’Ottocento, che in questo modo voleva indicare l’analisi del lavoro del fisioterapista.
La Kinesiologia Applicata è invece una Disciplina Olistica volta al riequilibrio corpo/mente
Prende avvio all’inizio degli anni Sessanta del Novecento per merito di George Goodheart, allora giovane chiropratico statunitense.
- La Chinesiologia analizza i principi e i meccanismi fisiologici, biomeccanici e psicologici del movimento, nelle sue diverse aree: intellettivo-cognitiva, affettivo-emotiva, fisico-motoria, sociale-relazionale (Laureati di Scienze Motorie – Fisioterapisti – Istruttori Sportivi con Master Universitario di specializzazione nel settore sportivo).
- La Kinesiologia Applicata è una terapia alternativa che si fonda su una presunta modalità di comunicazione con il sistema corporeo rivolta a una valutazione e a un miglioramento dello stato di benessere individuale. (Medici – Fisioterapisti – Osteopati – Operatori delle Discipline Bio Naturali già specializzati in qualche settore del Benessere Olisitico).
La Kinesiologia e le sue forme d’applicazione, fanno parte delle Professioni riconosciute dalla Legge4/2013 “Disposizioni in materia di professioni non organizzate in ordini e collegi”.
In Italia, questa disciplina, che non ha controindicazioni, può essere praticata da medici, fisioterapisti, dentisti, chiropratici e nutrizionisti, da professionisti del benessere olistico che hanno fatto un percorso di formazione di solito di 3 – 5 anni con delle scuole accreditate e come garanzia di qualità dei servizi riconosciute dal M.I.S.E. – Discipline Bio Naturali di Origine Olistica.
Se vuoi ulteriori informazioni vai sui siti che ti elenco:
Operatore Olistico del Benessere Psicofisico
Chi è l’Operatore Olistico del Benessere Psicofisico?
L’Operatore Olistico del Benessere Psicofisico, è una figura professionale interdisciplinare, un operatore del benessere globale, che agisce individualmente o collettivamente offrendo la sua esperienza formativa e i suoi strumenti di consapevolezza e di crescita umana.
Il compito dell’Operatore Olistico del Benessere Psicofisico è, mediante l’osservazione e il colloquio, scoprire e risolvere i conflitti e problemi che colpiscono il “cliente” e portarli a uno stato di armonia, equilibrio e salute.
- Opera sulle persone sane o sulla parte sana delle persone malate, facilitando la salute e l’evoluzione globale.
- Lo scopo è la ricerca di uno stato di omeostasi stabile di salute per cui il giusto rapporto mente e corpo.
“Non dovresti curare gli occhi senza curare la testa o la testa senza curare il corpo. Così anche non dovresti curare il corpo senza curare l’anima. Questo è il motivo per cui la cura di molte malattie è sconosciuta ai medici, perché sono ignoranti nei confronti del TUTTO che anch’esso dovrebbe essere studiato, dal momento che una parte specifica del corpo non potrà star bene a meno che non stia bene il TUTTO.” (Carmide, 156 e segg.)
PLATONE (428-348 A.C.)
Informazioni Generali Kinesiologia
“Non dovresti curare gli occhi senza curare la testa o la testa senza curare il corpo. Così anche non dovresti curare il corpo senza curare l’anima. Questo è il motivo per cui la cura di molte malattie è sconosciuta ai medici, perché sono ignoranti nei confronti del TUTTO che anch’esso dovrebbe essere studiato, dal momento che una parte specifica del corpo non potrà star bene a meno che non stia bene il TUTTO.” (Carmide, 156 e segg.)
PLATONE (428-348 A.C.)
- La kinesiologia applicata o kinesiologia specializzata consiste in una disciplina olistica non ancora molto diffusa e poco conosciuta, che studia la comunicazione del corpo ovvero la neurologia funzionale.
- La kinesiologia applicata si fonda su una modalità di comunicazione con il sistema corporeo, rivolta a una valutazione e a un miglioramento dello stato di benessere della Persona.
- Il test muscolare kinesiologico è un metodo di indagine raffinato, orientato alla valutazione della funzionalità neurofisiologica, che si estende su diversi livelli di analisi: neurologica, energetica, psico-emozionale, somato-cognitiva e comportamentale.
- Alla fine degli anni 70, il Dott. John Diamond, uno psichiatra, affinò la tecnica e la chiamò “kinesiologia comportamentale”. Egli scoprì che i muscoli s’indeboliscono o si rafforzano in presenza di stimoli emotivi e intellettuali sia positivi sia negativi, così come con gli stimoli fisici.
- Bailes lo spiegò splendidamente in un libro scritto più di trenta anni fa, prima che ciò fosse provato scientificamente: “L’uomo pensa con tutto il suo corpo. Ogni cellula ha una scintilla di mente. L’uomo non è un corpo che contiene una mente, egli è una mente che opera attraverso un corpo! Il corpo è plasmato dalla mente. Ciò che la mente pensa, lo pensa il corpo, ciò che il corpo pensa, esso diviene”.
L’Organizzazione mondiale della sanità OMS la definisce «uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia».
“La ricerca della verità è più preziosa uno sprovveduto che non lo sa e la inventa.
La teoria è quando si sa tutto e niente funziona.
La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché.” (Albert Einstein).